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Le facoltà paranormali dell’uomo: studi scientifici ed esperimenti recenti

Le facoltà paranormali dell’uomo sono da sempre un argomento di grande interesse, alimentato da racconti popolari, testimonianze personali e, naturalmente, da una scienza che fatica a dare spiegazioni definitive. Se per secoli questi fenomeni sono stati relegati nell’ambito del mistero e della superstizione, oggi diversi scienziati e ricercatori stanno cercando di studiarli sotto una lente empirica. Tra i fenomeni più enigmatici ci sono le esperienze di premorte (NDE), le esperienze fuori dal corpo (OBE), il remote viewing e la comunicazione telepatica nei sogni. Questo articolo esplorerà alcuni degli esperimenti scientifici più recenti che cercano di spiegare questi misteri.

Le esperienze di premorte (NDE): la scienza e il confine tra vita e morte

Le esperienze di premorte (NDE) sono vissute da persone che, in stato di arresto cardiaco o morte clinica temporanea, riportano visioni e percezioni vivide che sfidano le leggi della fisiologia e della neurologia. Tra i racconti più comuni: la visione di un tunnel di luce, l’uscita dal corpo, l’incontro con figure spirituali o con persone decedute, e una profonda sensazione di pace o espansione di coscienza.

Uno dei pionieri nello studio delle NDE è il dott. Raymond Moody, che nel 1975 pubblicò il celebre libro “La vita oltre la vita” (Life After Life), in cui raccolse oltre 150 testimonianze. Fu il primo a sistematizzare un insieme ricorrente di esperienze riportate da pazienti tornati alla vita dopo una morte clinica.

Negli anni successivi, la ricerca si è arricchita grazie al contributo di medici con un approccio più clinico e sperimentale. Il cardiologo olandese Pim van Lommel, nel suo libro “Coscienza oltre la vita” (Consciousness Beyond Life, 2007), ha riportato uno studio pubblicato su The Lancet nel 2001 che ha analizzato 344 pazienti colpiti da arresto cardiaco in dieci ospedali: il 18% di essi riportava una NDE, e molti descrivevano eventi osservabili accaduti mentre erano clinicamente morti e privi di attività cerebrale rilevabile.

Casi emblematici che sfidano la logica materialista

  • La ragazza cieca dalla nascita
    Documentata dagli psicologi Kenneth Ring e Sharon Cooper, una giovane cieca dalla nascita raccontò una NDE in cui descrisse con accuratezza dettagli visivi dell’ambiente ospedaliero, delle persone presenti e degli strumenti utilizzati. Tali dettagli vennero successivamente confermati.
  • La scarpa rossa sul tetto dell’ospedale
    In un altro caso diventato emblematico, una donna durante la NDE affermò di aver visto una scarpa rossa appoggiata sul tetto dell’ospedale. Quando il personale salì sul tetto per verificare, trovò esattamente la scarpa descritta, in un luogo impossibile da vedere dall’interno dell’edificio.

Nuove teorie scientifiche e la fine delle spiegazioni convenzionali

A oggi, le classiche spiegazioni fisiologiche — come la carenza di ossigeno, il rilascio di endorfine, o la produzione di DMT (dimetiltriptamina) in assenza di battito cardiaco — stanno mostrando limiti sempre più evidenti. Molti pazienti riportano esperienze lucide e dettagliate dopo minuti di completa assenza di attività cerebrale, cosa che non sarebbe spiegabile con un cervello ormai inattivo.

Sempre più medici e ricercatori di alto profilo stanno esplorando spiegazioni alternative. Tra questi:

  • Dr. Sam Parnia, direttore del programma di ricerca sulla rianimazione dell’Università di New York, che ha condotto lo studio AWARE, con l’obiettivo di indagare in modo rigoroso cosa accade alla coscienza nei momenti immediatamente successivi all’arresto cardiaco. I suoi risultati suggeriscono che la coscienza possa continuare anche dopo la morte clinica, seppur per un tempo limitato.
  • Federico Faggin, fisico e inventore italiano, pioniere dei microprocessori, oggi impegnato nello studio della coscienza come realtà non locale. Nella sua visione, la coscienza non è un prodotto del cervello, ma un’entità primaria dell’universo, che si manifesta attraverso la materia. Le NDE, secondo Faggin, potrebbero rappresentare momenti di contatto con questa coscienza universale.
  • Stuart Hameroff e Roger Penrose (premio nobel per la fisica 2020), due scienziati promotori della teoria conosciuta come Orch-OR che suggerisce che la coscienza umana possa avere un fondamento fisico nei microtubuli, strutture all’interno dei neuroni cerebrali. La teoria, in breve, propone che la coscienza sia un fenomeno quantistico che avviene all’interno dei microtubuli, strutture presenti all’interno delle cellule, compresi i neuroni del cervello. Dunque, la coscienza non sarebbe semplicemente un processo di interazione tra neuroni, ma piuttosto un processo di calcolo quantistico che avviene all’interno dei microtubuli. 

Queste ricerche aprono un nuovo scenario in cui la coscienza non sarebbe una semplice funzione cerebrale, ma una realtà autonoma e non locale che potrebbe sopravvivere — almeno temporaneamente — alla cessazione dell’attività vitale. Un’ipotesi che, pur rivoluzionaria, è oggi esplorata con strumenti scientifici rigorosi.

Le esperienze fuori dal forpo (OBE): quando la mente esplora altri mondi

Le esperienze fuori dal corpo (OBE) sono un altro fenomeno misterioso che affascina tanto scienziati quanto appassionati di paranormale. In un’OBE, la persona sente di uscire dal proprio corpo fisico e di esplorare l’ambiente circostante da una prospettiva esterna. Questo fenomeno è stato studiato anche dalla University of Virginia, che ha analizzato casi di persone che sperimentano OBE durante situazioni di stress o trauma, come interventi chirurgici, situazioni di forte dolore fisico o condizioni di near death.

Studi come quelli condotti dalla neuroscienziata Olaf Blanke hanno suggerito che le OBE potrebbero essere il risultato di una disfunzione temporanea nel cervello, in particolare nella giunzione temporoparietale, che è coinvolta nella percezione del corpo e dello spazio. Nonostante queste spiegazioni neurologiche, ci sono ancora molte domande senza risposta, e alcuni ricercatori suggeriscono che le OBE possano essere legate a un fenomeno di coscienza fuori dal corpo.

Remote Viewing: vedere a distanza senza i sensi fisici

Il remote viewing è una pratica che implica la capacità di percepire informazioni a distanza, senza l’uso dei sensi fisici. Il fenomeno ha attratto l’attenzione scientifica negli anni ’70, quando la CIA e i militari statunitensi condussero il progetto Stargate, volto a esplorare la possibilità di utilizzare il remote viewing per scopi di spionaggio.

Nel corso di decenni, numerosi esperimenti sono stati condotti, con ricercatori come Ingo Swann e Pat Price che hanno dimostrato di riuscire a descrivere luoghi lontani, oggetti nascosti e persino persone in condizioni che sembravano sfidare le leggi della fisica. Nonostante il successo di alcuni esperimenti, la comunità scientifica resta scettica, poiché non esistono prove conclusive che possano confermare la validità di queste percezioni.

Nel 1995, Dean Radin e i suoi colleghi alla Princeton University hanno cercato di spiegare questi fenomeni, suggerendo che la coscienza potrebbe essere in grado di percepire informazioni da fonti lontane grazie a un fenomeno noto come “entanglement quantistico”. Tuttavia, la mancanza di ripetibilità degli esperimenti ha lasciato molte domande irrisolte.

Comunicazione telepatica nei sogni: un esperimento recentissimo

Un ambizioso esperimento condotto dalla startup californiana REMspace, specializzata in neurotecnologie, ha recentemente rilanciato il dibattito sulle potenzialità della coscienza durante il sonno. Il 24 settembre 2023, secondo quanto dichiarato dalla stessa azienda (seppur ancora in attesa di revisione scientifica indipendente), due soggetti sarebbero riusciti a comunicare tra loro durante un sogno lucido, mentre dormivano in ambienti separati.

Il sogno lucido è uno stato in cui una persona è consapevole di star sognando e, con pratica, può persino manipolare il contenuto onirico. In questo caso, la comunicazione sarebbe avvenuta attraverso una combinazione di sensori EEG, auricolari e un sistema algoritmico in grado di rilevare in tempo reale l’accesso alla fase REM – quella dei sogni più intensi e realistici.

L’esperimento

Durante il test, i partecipanti dormivano nelle rispettive abitazioni, collegati a una piattaforma che monitorava onde cerebrali, movimenti oculari e segnali muscolari facciali tramite elettromiografia. Una volta entrato in sogno lucido, il primo soggetto ha ricevuto via auricolare una parola casuale generata dal sistema. Nel sogno, ha ripetuto il messaggio, e i segnali muscolari inviati dal volto sono stati decodificati e registrati. Otto minuti dopo, anche il secondo partecipante ha raggiunto la lucidità onirica: secondo REMspace, avrebbe ricevuto il messaggio e ne avrebbe confermato il contenuto al risveglio.

L’intero processo è stato replicato con successo su una seconda coppia di soggetti. Il cuore del sistema è un linguaggio sperimentale chiamato Remmyo, progettato per essere “parlato” all’interno dei sogni tramite contrazioni facciali che il sistema è in grado di leggere e tradurre.

Potenziali implicazioni

Se i risultati verranno confermati, si tratterebbe della prima comunicazione interumana durante uno stato onirico, e potrebbe aprire scenari radicalmente nuovi: dalla terapia per disturbi psicologici, alla formazione inconscia, fino all’esplorazione strutturata della coscienza nei sogni. REMspace afferma di voler sviluppare presto comunicazioni bidirezionali in tempo reale, ponendosi come avanguardia di quella che definisce la “prossima rivoluzione dopo l’intelligenza artificiale”.

Nel lungo termine, la startup immagina il sonno REM come una nuova “piattaforma esperienziale”, in cui sarà possibile interagire con altri, vivere scenari personalizzati, apprendere, guarire o esplorare parti ancora sconosciute della propria psiche. Un campo che, fino a pochi anni fa, era considerato quasi fantascientifico, ma che oggi è sempre più al centro della neuroscienza sperimentale.

Conclusioni: la scienza è vicina a svelare il mistero?

Sebbene gli esperimenti scientifici sui fenomeni paranormali come le NDE, le OBE, il remote viewing e la comunicazione telepatica nei sogni abbiano fornito dati affascinanti, la scienza non è ancora in grado di offrire spiegazioni definitive. Alcuni scienziati propongono teorie neurologiche e fisiche per spiegare questi fenomeni, mentre altri suggeriscono che ci sia qualcosa di più misterioso in gioco, legato alla coscienza e alle sue potenzialità nascoste.

Se è vero che la scienza sta facendo progressi, la linea di confine tra realtà e mistero rimane sfumata. È possibile che le risposte a questi fenomeni paranormali si trovino nella coscienza umana stessa, un campo ancora ricco di interrogativi.

Invito alla riflessione (e all’approfondimento!)

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